video del primo maggio , una nuova intervista
i video del 1 maggio 2012 …. scusate il ritardo
1 maggio 2012: mentre qualcuno canta
una nuova intervista sulla radio web radiocane dal titolo:
mercenari dello showbiz: un’inchiesta
i video del 1 maggio 2012 …. scusate il ritardo
1 maggio 2012: mentre qualcuno canta
una nuova intervista sulla radio web radiocane dal titolo:
mercenari dello showbiz: un’inchiesta
29 aprile 2012 repubblica: irregolarità fisiologiche
16 giugno 2012 il corriere della sera: crolla palco dei radiohead a toronto
16 giugno 2012repubblica: le foto di toronto
17 giugno 2012 la stampa: crolla palco dei radiohead a toronto
14 giugno 2012 repubblica: controlli al concerto di madonna a milano
1 giugno 2012 l’unico male: one for the money two for the show nessuna morte è bianca
6 marzo 2012 strettoweb: godano – bisogna aumentare la sicurezza
1 maggio 2009 il giornale: il promoter del concertone? uno che non paga gli stipendi
maggio 2012 la pagina facebook della bandabardò – qualcuno ci apprezza
Il primo maggio, giornata mondiale dei lavoratori, è stata da anni trasformata in Italia in un grande evento live e televisivo, organizzato da CGIL CISL e UIL. Proprio i soggetti che in questa giornata dovrebbero porre all’attenzione di tutti i problemi e i danni provocati da un modello produttivo volto alla massimizzazione dei profitti a scapito della vita di chi lavora, ogni giorno, per guadagnarsi da vivere. Questo show invece è volto al puro intrattenimento e sono completamente assenti contenuti critici in un periodo in cui crisi e precarietà sono due parole all’ordine del giorno.
Da qualche mese come collettivo autorganizzato, abbiamo avviato un dibattito sulle nostre condizioni lavorative, che è stato purtroppo accelerato dagli incidenti mortali di Trieste e Reggio Calabria, dopo i quali abbiamo cercato di esprimere le nostre posizioni dai palchi che noi stessi montiamo e allestiamo.
Abbiamo manifestato davanti al Palalottomatica l’8 marzo ma la produzione F&P ci ha negato di poter parlare dal palco di Venditti, il giorno dopo abbiamo ricevuto la stessa risposta negativa dalla FIOM perchè non eravamo in scaletta. Tanto meno è stata presa in considerazione l’idea che noi potessimo parlare sul palco montato a San Giovanni per il concertone.
Abbiamo deciso quindi di prendere la parola a modo nostro, con degli striscioni.
Il primo “The show must go off” è stato appeso sulla torretta del delay audio. Questo è il nostro primo slogan, per ribaltare la regola fondamentale nel nostro settore vale a dire che lo show vada avanti nonostante tutto quello che accade intorno.
Abbiamo portato un altro striscione il più possibile vicino al palco, “Con questi contratti nessuna sicurezza”, in questo slogan abbiamo voluto sintetizzare tutte le considerazioni riguardo l’inesistenza della nostra categoria professionale, l’inadeguatezza dei contratti che non ci danno alcuna sicurezza nell’affrontare la vita quotidiana e che va di pari passo alla tendenza al risparmio, che si riflette nella scarsa attenzione per la sicurezza nei cantieri e nell’esplicita volontà delle aziende di non assumere personale. Sulla torretta della regia sono stati appesi altri due striscioni. Uno rivolto verso il pubblico con il nome del collettivo per esteso e il blog di riferimento.
L’altro rivolto verso il palco, “1400 morti all’anno: una repubblica fondata sulla strage”.
Gli striscioni sono stati visti dai presenti e dal pubblico che seguiva l’evento in televisione, così come da chi saliva sul palco per esibirsi.
Nessuno di questi ultimi però ha espresso una sola parola davanti a quello che stava accadendo, eppure ci siamo resi visibili per circa tre ore con fumogeni e cori.
“Per quanto vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”. (F. De Andrè)
COLLETTIVO AUTORGANIZZATO OPERAI SPETTACOLO ROMA – maggio 2012.
Il 26 aprile un gruppo di compagni/e del collettivo si è presentato al cantiere del palco del concerto di CGIL CISL UIL a S.Giovanni per attaccare uno striscione dedicato a Matteo Armellini. In seguito ad una formale richiesta nei confronti della produzione, per evitare problemi, ci è stata concordata la possibilità di compiere questo gesto. In seguito all’affissione però è arrivato un contrordine perchè lo striscione risultava troppo evidente e visibile in tutta la piazza. I ragazzi della security ci hanno fatto notare che avrebbero dovuto per forza eseguire l’ordine di rimuoverlo per metterlo in un posto dove “non avrebbe dato fastidio”, ovvero girato verso le mura e coperto dalle ceste di lahyer, quindi invisibile anche per chi stava lavorando in quel momento. Alcuni operai presenti, che appoggiavano in pieno la nostra iniziativa, si sono opposti a una simile presa per il culo ed hanno minacciato di abbandonare il posto di lavoro immediatamente se fosse stato toccato. Si sono radunati sotto al palco, bloccando momentaneamente ogni attività, per discutere di quanto stava accadendo. In seguito a questa reazione alcuni responsabili del cantiere ci hanno assicurato che lo striscione sarebbe rimasto lì perchè anche loro, da lavoratori, erano d’accordo con il contenuto che esprime.
Lo striscione è quindi rimasto lì, ha campeggiato fino ad oggi evidente in tutta la piazza e visibile per ogni lavoratore del cantiere, grazie alla determinazione di chi ha rivendicato il sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni senza censure e secondo le modalità che ritiene più opportune.
Per noi è stato estremamente significativo che altri lavoratori e lavoratrici abbiano espresso questa solidarietà mettendosi in gioco in prima persona e soprattutto che il rapporto di forza in questa occasione abbia obbligato chi di solito comanda a dover accettare di fatto un’azione che avrebbe preferito non fosse compiuta.