senza contratto nessuna sicurezza

6 Giugno 2012

SENZA CONTRATTO NESSUNA SICUREZZA.
Le tragedie di Trieste e Reggio Calabria sono la punta dell’iceberg di un modo di fare le cose che caratterizza il settore da sempre in Italia. Il collettivo degli operai dello spettacolo live di Roma è nato dall’esigenza di un dibattito sulle nostre condizioni lavorative.
I controlli a Caserta, Livorno e Pordenone hanno fatto scoprire l’acqua calda (ovvero l’aver trovato tanti lavoratori in nero durante i montaggi), ma gli show si sono svolti comunque.
Lo Stato sembra accorgersi adesso di un settore lavorativo di cui finora si sono serviti anche partiti ed istituzioni per realizzare le loro manifestazioni. Il problema della sicurezza per noi riguarda soprattutto i ritmi frenetici, i turni di lavoro troppo lunghi, il numero insufficiente di personale impiegato, la mancata revisione dei materiali, la poca serietà in fase di pianificazione e progettazione dell’evento, l’inadeguatezza delle location.
L’inesistenza della nostra categoria professionale è funzionale ad una logica del profitto a causa della quale si rinuncia sia alla sicurezza che alle regole del diritto del lavoro. Questo pur di risparmiare fino all’ultimo centesimo sui margini di guadagno prodotto dal lavoro materiale altrui.
In un sistema di forniture di servizi si crea ambiguità su chi sia l’effettivo datore di lavoro tra service, produzioni e cooperative. Inoltre sempre da questo sistema derivano l’inesistenza di regole sulla giornata lavorativa e le dilatazioni dei pagamenti anche
oltre i novanta giorni. La mancata definizione del rapporto tra committente e realizzatore del lavoro è causata quindi da meccanismi assimilabili all’interposizione fittizia di manodopera e/o a catene di subappalti. Esistono infatti cooperative, di fatto
fittizie, gestite dai service stessi per non assumere direttamente il personale e quindi non dover pagare i giusti contributi e assicurazioni adeguate. Altre, soprattutto per quanto riguarda il facchinaggio, sono basate direttamente sul caporalato e sul lavoro nero. Il sistema delle cooperative è stato in parte funzionale all’emersione del lavoro nero, ma rimane inadeguato per quanto riguarda la nostra tutela dentro i cantieri e negli altri aspetti della nostra vita quotidiana (assenza di continuità del reddito, di indennità di malattia e/o di maternità, impossibilità di accendere un mutuo o pagare affitto, paghe ferme agli anni ’90, pensione sociale minima etc.).
Un primo passo avanti è stato quello di avviare e dare continuità al confronto tra noi lavoratori. Bisogna scardinare la logica che questo lavoro non si possa svolgere in altro modo ed uscire dal meccanismo della contrattazione individuale che finora ci ha messo in concorrenza, alimentando la divisione tra di noi ed impedendo un miglioramento strutturale del lavoro nel nostro settore.
La proposta è quella di costruire, a breve termine, un’assemblea nazionale che coinvolga il maggior numero di lavoratori lavoratrici di ogni città.
Per legittimare pubblicamente la necessità della nostra presa di parola sui problemi che riguardano questo lavoro, senza delegare altri soggetti (sindacati, partiti, istituzioni).
Per elaborare una strategia di punti di rivendicazione condivisi e i conseguenti comportamenti da mettere in pratica per ottenere cambiamenti concreti da subito.
Invitiamo quindi tutti i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo a partecipare alle riunioni del collettivo che si svolgono tutti i MARTEDI’ alle 21.00 a Via degli Arvali13.
operaispettacololiveroma@gmail.com – mercenarishowbizroma.noblogs.org

 

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